Il sogno realizzato. TEST APRILIA CLIMBER UFFICIALE

Il sogno realizzato. TEST APRILIA CLIMBER UFFICIALE

29 Ottobre 2020 2 Di infotrial2020

Il viaggio in treno e poi l’autobus per raggiungere il polo espositivo di Bologna, sede del Motorshow.

Scarponcini da montagna in caso faccia brutto tempo, cappellino viola della Scott ed un pile marrone che con colletto in lana che punge, ma è della Arrow e fa motociclista.

Un mix di emozioni per quella fiera dal quale tornerai con borse piene di adesivi e gadget, da rovesciare sul tavolo e dividerli quando sarai a casa.

Metti anche che salti un giorno di scuola per andare a rifarti gli occhi con tutte quelle moto e sei certo che sarà la giornata perfetta.

Il trial è la tua passione e lo stand Aprilia vede esposte sia lo scooter SR che “se vai bene a scuola lo avrai quando compi i 14 anni”, così recitano sempre i tuoi genitori, che la Climber 280 R da trial.

La casa di Noale propone mezzi dalle grafiche e colorazioni uniche e sei affascinato dalle moto presentate in quel dicembre 1992.

Quanto vorresti provare quell’Aprilia, l’hai vista in gara ma nulla non riuscirai nell’immediato.

Trascorre qualche “settimana” e nel mese di settembre 2020 ti ritrovi al Pro Park di Genova.

Da qualche giorno ti sei messo d’accordo con Giuseppe Brusatin di Jo Moto per provare una Climber unica, quel modello 1994 che è in realtà il prototipo della moto ufficiale dell’anno successivo.

Durante quella telefonata Jo Jo ti ha raccontato un po’ la storia di quella Climber  e nei giorni successivi il test aggiungerai altri tasselli, dopo aver pubblicato alcune foto sullo stato di Whatsapp ed essere stato contattato da Angelo Pensini.

Angelo Pensini ti racconta che in quegli anni in cui le moto da trial si vendevano in grandi quantità, con la sua concessionaria era riuscito ad ottenere numeri di tutto rispetto.

Complice anche il Trofeo Monomarca dal 1991 Pensini riuscì ad instaurare un ottimo rapporto con Ettore Baldini, ex campione di trial e pedina fondamentale del reparto corse della casa di Noale.

A fine 1994 il reparto corse fu smantellato, il budget girato nel progetto della moto del motomondiale di 400cc 2 tempi schierata nella classe 500, l’attuale Moto GP.

Baldini e Pensini si sentirono per il ritiro di uno stock di ricambi e raggiunto Noale, il Valtellinese chiese di poter acquistare quella Climber così speciale.

La risposta fu negativa ma dopo qualche mese si arrivò alla consegna della moto e di un bel kit ricambi ufficiali.

Alcuni anni dopo però Pensini dovette venderla per poter ampliare l’officina e la super Climber passo nelle mani di un appassionato di trial ligure.

E’ il 20 Settembre 2020 quando dal furgone di Jo Jo scende la Climber 280R.

Ma quanto è grande il serbatoio…rivederla dopo anni mi permette di capire quanto sia cambiato il trial dagli anni 90 ad oggi!

Le mani serrano il manubrio mentre la inclino da una parte e dall’altra per ammirarla.

La cassa filtro ed il telaietto in alluminio sono in pezzo unico con il logo Aprilia Racing.

Viti e bulloneria in titanio abbondano, dello stesso materiale anche l’avantubo di scarico, il parafango posteriore e la sella sono più bassi rispetto a quella originale.

La forcella Marzocchi ha i foderi viola, la piastra paramotore è lucidata a specchio.

Il coperchio frizione differisce dall’originale, mentre il carburatore è una vera opera d’arte.

Il Dellorto esternamente è identico a quello standard ma internamente è interamente lucidato ed è trasformato in un valvola piatta con getti e spillo speciali.

Da una scatola Jo Jo estrae la seconda piastra paramotore ed una cassa filtro in carbonio, un prototipo testato ma che non sostituì la cassa filtro in alluminio, due particolari dal peso limitatissimo, utili a ridurre il gap sulla bilancia.

Il motore Rotax infatti pesava molto, circa 4 kg in più rispetto alla concorrenza.

Conclusa la sessione fotografica statica Jo Jo avvia la Climber e dopo averla scaldata un po’ mi dice: “Vai e divertiti!”

Pochi metri ed entro nel Pro Park di Genova, i primi ostacoli sono quelli del campo scuola.

Un camion visto da fuori ma che si rivela leggera ed agile, se paragonata a moto di quegli anni,  stupisce la stabilità, addirittura superiore a moto ben più moderne!

La frizione idraulica con pompa Grimeca è molto reattiva, da moto dedicata a chi ci sa andare, non trascina e soprattutto quando dai un colpetto con il dito si fa sentire!

Il motore gira come un orologio, avverti la massa volanica ma prende i giri in pochissimo tempo, merito della biella in leggerissimo titanio!

Nelle salite il Rotax vola, con la terza arrivi in cima ai ripidi salitoni del Pro Park in un attimo.

Spostare non è facile come con una moderna ma la forcella rovesciata Marzocchi spiana tutto.

L’ammortizzatore montato in posizione inclinata, spinge moltissimo ed a volte capita di trovarsi con la ruota posteriore sollevata di qualche decina di centimetri.

La paura di rovinarla è forte mentre timidamente approccio ostacoli più impegnativi.

Su un muro costruito con tronchi ho la conferma che i campioni di allora erano tali ma, utilizzavano moto molto lontane da quelle di serie.

Un gap prestazionale notevolmente assottigliatosi oggi, dove i mezzi di serie offrono performance notevoli.

Solo la frenata mi lascia un po’ perplesso, ma si tratta di utilizzarla in po’, visto che le performance migliorano durante il test.

Non scenderei più da quella moto ed affronterei volentieri le zone verdi del campionato italiano epoca che inizierà tra poco, ma è arrivata l’ora di riconsegnarla e mezz’ora dopo, mentre raggiunto la partenza  vedo il Climber in esposizione sul cavalletto e penso…

Ho atteso qualche mese, il Climber l’ho provato…ed è quella buona non il mezzo di serie!

Si ringraziano per la collaborazione:

Giuseppe “Jo Jo” Brusatin

Pro PArk Genova

Angelo Pensini

GALLERIA FOTOGRAFICA QUI SOTTO