Quando la passione.                  Gabriele Milan e la GASHONDA

Quando la passione. Gabriele Milan e la GASHONDA

8 Aprile 2020 9 Di infotrial2020

La moto è libertà, dinamismo, adrenalina ed anche rumore. Il sound di scarico esalta il motociclista ed aumenta l’emozione di guida.

Non tutti però apprezzano tonalità corpose, scarichi aperti per aumentare prestazioni ed emozioni, vi sono discipline dove la potenza non è determinante.

Nel trial i cavalli non sono fondamentali per superamento dell’ostacolo; contribuiscono invece in maniera determinante: agilità, guidabilità, leggerezza ed un perfetto feeling tra pilota e moto.

Il personaggio che vi presentiamo è un appassionato di trial, un amante della meccanica ed ha un chiodo fisso: La moto deve fare poco rumore!

Gabriele Milan sarà il protagonista di questa intervista, un amante delle Honda d’epoca rigorosamente 4 Tempi, mezzi per le quali si diverte a ideare e realizzare modifiche che poi testa nelle uscite con gli amici.

Raggiunta la pensione ha creato una piccola officina dove poter lavorare sulle moto.

Ma ora conosciamo Lele, come viene chiamato dagli amici, partendo da quando si appassionò alle moto.

“Mi è sempre piaciuto andare in giro nei boschi, rispettando la natura e senza far rumore.

Come tutti i ragazzini degli anni ’50 e ‘60 il motorino rappresentava un modo per vivere nella natura e coltivare la passione per le due ruote.

A quindici anni un’Aspes con carburatore maggiorato e marmitta ad espansione fu la prima moto, ma non mi piaceva il fatto che fosse molto rumorosa.

Girovagando con l’Aspes incontrai un coetaneo che si divertiva con una moto che andava piano, riuscendo a risalire e scendere agevolmente da salite di terra rossa.

Quel ragazzo era Moreno Bonetti alla guida di una Montesa 247 e mi piacque subito quella moto, perché non faceva rumore, andava piano e si imparava a mantenere l’equilibrio. Così mi misi a cercarne una ma non ne trovavo ad un prezzo per le mie tasche.

Passarono alcuni anni e trovai una SWM Guanaco 320. Con quella moto partivo da casa e raggiungevo i colli con un gruppo di amici che avevano però una KTM ed una TGM da regolarità (l’enduro attuale).”

Una coabitazione difficile tra due tipi di moto! “Si infatti! Quando vedevano che io riuscivo a salire con maggior facilità nei percorsi più impegnativi o addirittura impossibili per le loro moto, si convinsero a prendere quella da trial!

Così iniziò l’avventura nel trial dove conobbi Moreno Bonetti e Roberto Munaretto che avevano una grande dimestichezza nella guida.

Cercando di emularli iniziai a frequentare sempre più assiduamente Moreno e Roberto, cercando di apprendere le tecniche di guida.

Passai così alla SWM TL 320 con la quale nel 1979 partecipai alla prima gara a Badia Calavena.

Dopo quell’esperienza agonistica il Campionato Triveneto diventò un appuntamento fisso, nella categoria Gentlemen, insieme a Moreno ed altri amici.”

Impegno che ha portato a qualche bel risultato.

“Ho sfiorato la vittoria di finale nel Campionato Triveneto chiudendo tre volte secondo, negli anni in cui si correva tutti sulle stesse zone.

Dopo la SWM passai alla Beta, partendo dal TR32 fino ad arrivare alla Techno, poi ad una Fantic Section usata, una moto con la quale non mi trovai mai bene.

Fu così che mi recai dal mio concessionario Germano Piazza e scelsi di sostituirla con una Montesa 315 usata.

Iniziai così a prendere anno dopo anno le 315 per poi passare alla Montesa 4RT nel 2006, moto che utilizzai fino 2016, l’anno del mondiale di Chiampo.

Nel nuovo millennio iniziai ad appassionarmi di moto d’epoca e dopo quella gara iridata capii che mi sarei dedicato esclusivamente alle manifestazioni vintage.

Vedendo anche che il fisico non era più quello di una volta, non riuscivo a restare al passo con le zone sempre più selettive.”

Moto d’epoca che ti hanno riportato indietro nel tempo a quando eri un ragazzino e iniziavi a lavorare sui motorini.

“Ho sempre avuto la passione per la meccanica, a 12 – 13 anni aprii il primo motore con dei cacciaviti “vissuti” ed ho iniziato da autodidatta di risolvere i problemi, osservando chi era esperto di meccanica, facendo tesoro dei consigli tramandati, sperimentando e modificando particolari.”

Molte idee di modifiche alle moto che ti hanno portato a creare mezzi molto particolari.

“Questa fissa di creare qualcosa di strano mi ha sempre spinto verso progetti atipici.

Così sono nati mezzi a due ruote motrici da fuoristrada, volevo costruirmi una motoslitta ma non la realizzai mai, studiai un sistema per montare un cingolo sulla moto da trial.

Ho realizzato due sidecar perché mi piacevano e non avendo disponibilità economica per acquistarli me li costruii, applicandoli alla SWM.

Così ho dato spazio alla mia fantasia creando dal materiale grezzo un prodotto finito, ispirandomi a fotografie e mettendoci del mio.”

Il tuo progetto preferito?

“Non ho una classifica, sono progetti che nascono dalla fantasia, magari stimolato da qualche amico.”

E poi iniziasti a lavorare per crearti una moto con motore Honda, come arrivasti a quella realizzazione?

“Il motore 4 tempi mi ha sempre affascinato ed in una gara vidi un’Honda tutta originale in zona e pensai:

-Non fa rumore, va bene perché non averne una?-.

La Honda era di un appassionato di nome Munari e gli chiesi di vendermela, senza riuscirci.

Un amico, Giancarlo Trulla, dopo qualche anno importò dalla Svizzera una Honda tutta smontata per evitare il blocco doganale, dichiarando che era un attrezzo agricolo e con questa moto partecipò alle mulatrial che si svolgevano nel vicentino.

Anche in questa occasione nonostante numerosi tentativi non riuscii ad acquistarla, ma un giorno me la lasciò per un piccolo intervento di manutenzione e quando la vidi in garage confrontai quel motore con quello della Honda XL 125 che avevo a casa, rendendomi conto che era lo stesso! Così decisi di costruirmi una moto da trial modificando la XL e facendo tesoro delle indicazioni raccolte con il modello trial.”

Un mezzo però di soli 125 cc.

“Osservando e misurando il motore 125 vidi che anche la versione 200 cc era identica, così da un demolitore recuperai una XL 200 e costruii la seconda moto.”

Progetto che poi sfociò nella terza versione che fu la GASHONDA.

“Per la terza versione ispirandomi al progetto già realizzato da Giovanni Giordanino, conosciuto alla Brianza, presi nel 1997 un telaio di una Gas Gas TX per avere freni a disco e sospensioni più performanti.

Con Giovanni nacque una bella amicizia e mi costruì un albero motore che mi permise di potenziare ed aumentare la cilindrata del propulsore della XL da 200 a 250 cc adottando anche la frizione a comando idraulico.”

Una moto che portasti in gara anche in appuntamenti di più giorni.

“La GASHONDA la utilizzai alla Due Giorni della Brianza e Tre Giorni della Valtellina.”

GASHONDA riporta anche ad un simpatico aneddoto.

“Nel 1999 a Lavarone si svolse il mondiale trial e per aiutare nell’organizzazione mi muovevo tra le zone con la GASHONDA.

In un attimo di relax mi recai a vedere gli allenamenti dei piloti. Ad un tratto un assistente si avvicinò chiedendomi informazioni su quella moto che non aveva mai visto.

Così capendo che non aveva le idee ben chiare gli raccontai che era un prototipo della Gas Gas, azienda che stava studiando una moto a 4 Tempi ed io ero il tester!”

Da buon Veneto hai trovato il modo per scherzare!

“Si e ancora oggi ripensandoci rido come un matto!”

Ma oggi invece ti dedichi alle moto d’epoca.

Si oggi raggiunta la pensione mi diverto con le Honda d’epoca e amo fare delle copie delle moto ufficiali, replicando anche le scritte sui carter di allora, come la sigla HSC, Honda Service Corporation, la divisione che anticipò la nascita della HRC Honda Racing Corporation.”

Una passione che ti porta a creare, partendo dal foglio di lamiera, impianti di scarico e che ti ha spinto a realizzare un radiatore esterno per il raffreddamento dell’olio.

“Si è un po’ la mia firma, tutte le mie moto presentano questi particolari, lavorando anche sulle teste per aumentare il tiro del motore.”

Idee che hanno portato alla realizzazione di splendidi esemplari che Lele Milan conserva gelosamente o che ha venduto dopo alcune stagioni, a seguito delle richieste di altri appassionati di moto d’epoca.

Honda speciali che hanno preso parte anche alle grandi classiche dell’epoca, il Mont Ventoux ed il Costa Brava con Lele alla guida.