Tre uomini e un’avventura
18 Agosto 2022Davide Coppi, Filippo Locca e Gian Maria Julita amici da sempre al via della Scottish Six Days Trial
Cosa ci fanno un falegname, un ex pilota ed un ingegnere nel bel mezzo delle Highland Scozzesi nei primi giorni di Maggio?
Non è una barzelletta ma la storia di tre amici che, appassionati di trial, hanno deciso di partecipare alla più importante e storica manifestazione di trial.
La Scottish Six Days Trials, la cui prima edizione si svolse nel 1909, rappresenta una sfida sia per gli uomini che per i mezzi messi a dura prova da lunghi percorsi disegnati in luoghi che, per una sola volta l’anno, possono essere percorsi con mezzi motorizzati.
Il Motoclub Edimburgh è da sempre l’organizzatore della SSDT ed ogni anno raduna a Fort William quasi 300 trialisti.
Le iscrizioni, da inviare compilando un form sul sito ufficiale della manifestazione, vengono aperte nel mese di Ottobre.
Le candidature arrivano da ogni parte del mondo e la richiesta è sempre altissima, ad esempio per l’edizione 2022 il sodalizio organizzatore ha ricevuto oltre 600 moduli.
Il Motoclub Edimburgh per selezionare i partecipanti utilizza tre criteri: il primo è quello di essere un pilota di livello mondiale o d’interesse internazionale, il secondo essere supportato da uno degli sponsor della SSDT, il terzo essere estratto dopo “il ballot”.
Tra i 288 fortunati sono rientrati anche Coppi, Locca e Julita, tre dei sette italiani che, hanno preso parte all’edizione 2022 andata in scena dal 2 al 7 Maggio.
I piemontesi si sono conosciuti da bambini e sono stati spesso avversari.
Nonostante abbiano ingaggiato duri scontri sportivi, sono sempre stati amici e per suggellare ciò hanno deciso di correre insieme la SSDT.
Coppi è di Omegna, sul lago d’Orta, la passione per il trial l’ha ereditata da papà Eraldo che fin da piccolo l’ha portato in giro sui monti con la moto.
Locca invece l’odore di miscela l’ha respirata fin dal primo vagito.
Il padre Piero infatti è stato concessionario per moltissimi anni e da pochi mesi ha ceduto l’attività a Filippo che, smessi i panni da pilota, ha prima lavorato nel reparto corse Beta ed ora prosegue il percorso paterno.
Anche Julita è stato influenzato dal papà Mauro, appassionato di motocross ed amico di Donato Miglio sette volte campione italiano trial.
Ma cosa spinge un trialista a partecipare alla Scottish Six Days Trials?
La risposta arriva dai tre amici:
“Sono molteplici i motivi che ci hanno spinto ad iscriverci alla SSDT e non c’è ne sono di più o meno importanti.
Sicuramente influisce molto il mix di attrazione e fascino che aleggia intorno a questa competizione.
Poi ci sono sempre piaciute le zone nei torrenti e ruscelli dov’è necessario guidare la moto e quindi ci siamo detti: Quale gara presenta queste caratteristiche se non la SSDT?
Un altro motivo è il desiderio di vedere dal vivo luoghi e i paesaggi che ci hanno sempre affascinato, posti che mai dimenticheremo!
Poi la fama di manifestazione durissima che attira l’attenzione degli appassionati di tutto il mondo ed il poter leggere il proprio nome in una classifica, dove vi sono alcuni nomi leggendari del nostro trial, sicuramente non cosa da tutti i giorni.
Infine la soddisfazione di affrontare una fantastica esperienza con gli amici di sempre e concluderla è un ulteriore stimolo.”
Raccontateci qualche momento che vi ha fatto emozionare:
“Per me, debutta Davide Coppi, i momenti più emozionanti son stati tre: il gruppo B del primo giorno, quelle del ponte dove il pubblico si posiziona a bordo zona mette sempre in soggezione.
L’emozione che viene dal profondo quando al termine dell’ultima zona di gara, quella disegnata nel centro di Fort William, dici -l’ho finita-.
Infine ritrovarmi insieme ai miei amici sullo storico palco d’arrivo della SSDT.”
Per Locca invece:
“L’Emozione della SSDT inizia da quando arrivi al paddock di Fort William a quando sali sulla pedana alla fine del sesto giorno!
È una manifestazione dove si respira un clima unico ed emozionante al tempo stesso!
La gara in alcuni frangenti, anzi direi molti, è al limite del masochismo, ma quando arrivi al termine della giornata la soddisfazione è tale da trasformare quegli istanti in ricordi magici e speciali!
Indubbiamente poi affrontare questa esperienza con i miei amici, con il quale ho condiviso l’intera vita motociclistica, è la ciliegina sulla torta!”
Infine è la volta di Julita.
“Potrei dividere questa avventura in 4 momenti carichi di emozione:
La prima quando sono salito sulla pedana di partenza il lunedì mattina.
Finalmente tenevamo fede alla promessa di correre la SSDT insieme!
Davide e Filippo avevano partecipato tre anni fa mentre io avevo dato forfait causa intervento ad un ginocchio.
La seconda è trovare così tanto pubblico sulle zone, a volte anche sotto la pioggia, considerando che alcune sono in posti anche difficili e scomodi da raggiungere a piedi.
Gli scozzesi dimostrano quanto sono appassionati di trial e sentire il loro applauso a fine zona è davvero gratificante ed incoraggiante, una botta di adrenalina ed entusiasmo che aiuta a non sentire la fatica e la stanchezza.
Il terzo i paesaggi immensi e stupendi che si attraversano nei tratti di trasferimento.
Infine salire sul palco dell’arrivo il sabato, dopo aver consegnato il cartellino in extremis, nonostante le sei ore e mezza di tempo.
Solo all’arrivo finalmente scende la tensione e lascia spazio alla felicità per aver concluso una gara così pazzesca e assurda.”
La volete rifare?
“Durate la gara hai la certezza di non volerla più rifare!
Ma quando sali sul palco con la scritta Finish cominci a pensare alla prossima!”
Come in ogni grande sfida solo quando giungi al termine capisci se quell’esperienza è destinata a rimanere unica o vorresti ripeterla, per i tre piemontesi è stata diagnosticata la “Sindrome da Scottish”.