L’incubo… e la catasta di legna.Aneddoti raccontati da Renato Chiaberto

L’incubo… e la catasta di legna.Aneddoti raccontati da Renato Chiaberto

4 Gennaio 2023 2 Di infotrial2020

Quarta puntata degli aneddoti raccontati da Renato Chiaberto.

In questa occasione si parla di moto e test.

Con il Fantic 240

“La Fantic 240 era una moto fantastica e posso dire che l’amavo tanto mi trovavo bene!

Con il Fantic 300

Quando mi fecero provare il prototipo del 300 andai dal dottor Agrati (il titolare della Fantic n.d.a) e gli dissi:

Dutur mi dispiace dirvelo ma potreste farmi correre ancora con il 240?

La nuova moto aveva si un gran motore ma se posso fare un paragone potrei dire che il 240 era una bici, il 300 un camion.

Mi guardò negli occhi e mi disse in breve:

Tu sei pilota ufficiale, abbiamo la moto nuova e tu vuoi correre con la moto vecchia? Ma sei fuori?

Fine del discorso…

Prototipo Fantic 301, si può notare il freno a tamburo annche sulla ruota anteriore, mentre sul modello di serie fu adottato il disco.

Nel periodo con la Fantic il reparto corse sfornava in continuazione nuovi particolari ed eravamo molto impegnati a fare i test.

Per darti un metro di paragone su sette giorni cinque li passavamo a fare prove nelle zone della fabbrica o nei dintorni.

Quando vi fu il passaggio dai due ammortizzatori al mono, in Fantic studiarono le avversarie e compresero che la Yamaha era la moto da prendere come esempio.

La Yamaha TY 250

Per questo lavorarono molto per creare un mezzo che fosse a fine sviluppo meglio della moto giapponese.

Era inverno ed era nevicato moltissimo e per poter provare la moto avevano allestito delle zone dentro il capannone della Fantic.

Test ai quali partecipavano anche i tecnici della Sachs Boge che continuavano a preparare ammortizzatori con tarature e soluzioni diverse.

Tutto quel lavoro però non permise di arrivare in breve tempo ad eguagliare le prestazioni della Yamaha.

E così in quell’inverno non so quante volte affrontai quella catasta di legna e bancali.

Ogni giorno salire e scendere da quella catasta che presentava gradini distanti l’uno dall’altro circa mezzo metro.

Ricordo ancora oggi Gennaro Massel e tutti i tecnici della Boge intenti a seguire i test, prove che svolgevo molto spesso insieme a Michaud e che in alcune giornate mettevano a confronto anche dieci soluzioni diverse.

Il bello è che alternavamo la nostra moto alla Yamaha e ogni volta scoprivamo che andava meglio la moto giapponese…

Prove e controprove che durarono circa due mesi e portarono alla versione definitiva della 301, una gran moto che alla fine era superiore alla Yamaha.

Immagini Per gentile concessione Renato chiaberto e Trials Central.