Infotrial alla Tres Dies di Santigosa.Il diario del Venerdì.GALLERIA FOTOGRAFICA e VIDEO

Infotrial alla Tres Dies di Santigosa.Il diario del Venerdì.GALLERIA FOTOGRAFICA e VIDEO

30 Marzo 2024 0 Di infotrial2020

Santigosa è una di quelle gare che richiama professionisti ed appassionati che affrontano tutti lo stesso percorso.

Una prova che ricalca, in alcune caratteristiche, la Scottish six Days Trials.

A raccontarci la prima giornata sono stati Maurizio Ferrari ed Alessandro Merlo con quest’ultimo che per primo ce l’ha descritta:

“La gara è molto bella.

Il percorso è completamente in fuoristrada, e tendenzialmente duro, con tratti in discesa particolarmente ripidi che non sono da sottovalutare per non arrivare in fondo rotolando.

Trenta le zone, per la maggior parte impegnative, e quelle facili sono poche.

Per fare un paragone con l’Italia direi che il livello medio è giallo/verde- verde con alcune sezioni veramente difficili ed adatte per mettere in difficoltà i piloti più forti.

Alcune ricordano come caratteristiche quelle della Sei Giorni di Scozia con risalite di greti ripidi e con l’acqua che riduce il grip.”

E’ la volta di Maurizio Ferrari:

“Le zone sono toste e per un livello come il mio (TR5) diverse sono da timbrare.

Con Alessandro abbiamo provato a fare anche zone impegnative ma non è facile.

Direi che su 30 prove 3 sono quelle che un pilota come me può superare a zero.

Poi qui vanno tutti bene!

Ci sono dei ragazzini giovanissimi che guidano da paura ed hanno un coraggio da leoni!

Per buona parte della giornata abbiamo girato insieme ad un ragazzino giovanissimo, penso non abbia più di 12 anni, che ha fatto cose incredibili!

Oltre alle 30 zone c’è la 31 indoor, composta da 5 passaggi, dove ogni ostacolo superato ti fa scendere di punteggio da 5 a 3, poi a 2, 1 ed infine a zero.

Se arrivi all’ultimo blocco ti trovi di fronte una pietra lunga 6 o 7 metri, quasi verticale, con in cima un muretto ad angolo retto ed il ragazzino ci ha provato!

Alessandro ha avuto un coraggio da leone ed ha provato il muro del due appoggiando un piede in cima!

Così quando ho visto Ale ci ho provato anche io ma … ho terminato in quello prima (e ride).

Il tempo di gara per noi è molto tirato e considera che alcune zone le abbiamo timbrate, per via del livello, guadagnando così tempo.

In trasferimento vanno tutti fortissimo e noi che viaggiamo ad un passo normale, ogni tanto, veniamo superati da piloti che sembrano alla guida di un caccia per tanto vanno veloce!

A fine giro c’è l’ultimo tratto per arrivare all’arrivo dove c’è una discesa stretta, ripida e piena di curve che è infinita!

Ad un certo punto abbiamo trovato un pietrone enorme dove alla fine ci siamo chiesti…

Ma da dove si scende???

Per fortuna c’era una costa di terra e piano piano siamo scesi da li.”

Vi state divertendo?

E la risposta in coro di entrambi è stata:

“Mah diciamo che stiamo abbastanza soffrendo!”

Prosegue Ferrari

“Stando alle indicazioni di Paolo Bobo Lazzaroni (più volte al via della classica iberica n.d.a) domani sarà un po’ più dura e domenica ancora di più quindi…

Quest’anno, ci diceva Bobo, che il livello delle zone è cresciuto e, anche se non è piovuto il terreno è umido, quindi i piedi scendono facilmente dalle pedane.

Le pietre sono viscidissime e devi sempre essere ben posizionato sulla moto.

La natura qui è molto rispettata con boschi incontaminati ed è un paradiso per fare trial.”

Partenza Massimo Parodi

Alessandro Merlo

“La mattina quando parti devi obbligatoriamente passare dentro una pedana per lavare le ruote e gli stivali, questo per non sporcare l’asfalto con il fango.

Non è freddissimo, siamo partiti con il giacchino addosso poi dopo poche zone siamo rimasti con la sola maglietta da gara.

Bellissima è la zona 30 dove, dopo essere risalito per un pendio di terra lungo circa 50 metri, devi scendere e se prendi velocità arrivi a tutta velocità in un prato.

Non ci sono code e solo in un paio di sezioni abbiamo aspettato qualche minuto.

La sera andiamo a cena in un ristorante di un trialista dove entrando trovi foto di Tarres, Marcelli, Bou, e tanti altri piloti.

Il suo nome è Josep Arcarons che ha concluso due volte secondo qui a Santigosa ed è primo cugino di quel Jordi che partecipò alla Dakar (chiudendo tre volte secondo e due terzo n.d.a).

In questa zona della Catalunya si capisce immediatamente che il trial è uno sport molto famoso.

Ci sono diverse aree per fare trial e quando andiamo in hotel passiamo davanti a quella di Ripoll.”

Questo il diario del primo giorno e domani si replica con i racconti del Día dos su www.infotrial.it

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